Olena, Ulianna, Anastasia, Olena e Iryna sono cinque donne che hanno deciso di affrontare la guerra in Ucraina a modo loro: aiutando la popolazione che sta soffrendo per le conseguenze del conflitto scatenato dalla Russia, inatteso e ingiustificabile, e come tutti terribile, con il suo tragico carico di distruzione, morte, dolore, disperazione. Sono loro le protagoniste di Kordon (Confine), film scritto e diretto da Alice Tomassini presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma, che ne racconta le storie in presa diretta; storie ordinarie di donne che però compiono qualcosa di straordinario laddove la brutalità della guerra vorrebbe annientare tutto, anche l’umanità delle persone. Mentre gli uomini sono al fronte, o comunque impegnati a contrastare l’invasione russa in vari servizi per i quali non possono lasciare il Paese, Olena e le altre hanno pensato che si potesse essere utili anche senza imbracciare un fucile. Facendo la spola oltre il confine ucraino, quattro di loro si fermano alla stazione di Zahony, in Ungheria, uno dei principali luoghi di transito di quanti fuggono dalla guerra e di smistamento degli aiuti umanitari.

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