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- 28 Agosto 2021
CORRIERE DELLA SERA - Intervista a Ornella Vanoni
La cantante protagonista del docufilm «Senza fine» di Elisa Fuksas, che verrà presentato a Venezia: «Ci ho messo una vita a recuperare i rapporti con mio figlio Cristiano. Il Festival di Sanremo? L’ho vinto io, chi canta come me a 86 anni?»
Ornella Vanoni è diversa da come sembra, o da come viene vista. Quella che a qualcuno appare leggerezza, ai limiti della svampitezza, in realtà è ironia. È una donna colta, molto attenta a scegliere le parole, a soppesare i ricordi.
Qual è il primo?
«I miei genitori che vanno all’opera, a vedere la Manon, e io che dico: “Manon è quello che papà dice sempre alla mamma: ma non fare questo, ma non dire quell’altro…”. E i gattini del fruttivendolo, che mi portavano a casa quando mi veniva l’influenza; poi però dovevo restituirli, con grande dolore».
Della guerra cosa ricorda?
«Le mani di mio padre che mi afferrano e mi trascinano sul predellino del treno. Era il primo bombardamento di Milano. La città bruciava. Noi fuggimmo a piedi, verso i binari. Fu la salvezza, ma anche la dannazione».
Continua a leggere l’intervista di Aldo Cazzullo su Corriere.it