PROGETTI | COLLEZIONE
COLLEZIONE TENDERCAPITAL
Nato a Milano nel 1960 e trasferitosi a Londra giovanissimo, Franko B si diploma al Chelsea College of Art and Design e inizia a produrre le proprie opere fin dai primi anni Novanta, spaziando dal video alla fotografia, dalle performance alla pittura fino alla scultura. Protagonista indiscusso dell’ICA, epicentro londinese dei progetti artistici più radicali e d’avanguardia, il suo background è il romantic punk della capitale inglese degli anni ’90. Docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Macerata dal 2009, ha tenuto corsi e lezioni in alcune delle più importanti scuole d’arte internazionali.
Letizia Battaglia è nata a Palermo, e inizia la sua carriera di giornalista nel 1969 lavorando per il giornale palermitano L’Ora. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove collabora come fotografa con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l’Agenzia Informazione Fotografica. Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est, Francia, Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada.
Premi:
1985 Eugene Smith Grant Award, New York;
1986 New York Times Award;
1999 Mother Johnson Achievement for Life, San Francisco;
2007 Dr. Erich Salomon Preis, Germania;
2009 Cornell Capa Infinity Award, New York.
Pubblicazioni:
Siciliana, Belvedere Electa, 2006;
Passione, Giustizia. Libertà, Federico Motta Editore, 1999;
Dovere di cronaca (con Franco Zecchin), Peliti, 2006.
Letizia Battaglia. Sulle ferite dei suoi sogni, Bruno Mondadori, 2010
Alcune mostre
1986 – Palermo amore amaro, Palermo.
2002 – Fotografie dalla Sicilia, Cantieri Culturali della Zisa, Palermo.
2003 – Sorelle, Passione, giustizia e libertà, Amsterdam, Olanda.
Omaggio a Letizia Metis-nl, Amsterdam, Olanda.
Expo Fotografe Italiane, Hasseblad center, Germania.
2006 – Passione, giustizia e libertà, Torino.
2006 – Siciliana, Galleria Belvedere, Milano.
Dovere di cronaca, Festival Internazionale di Roma.
2011 – Letizia Battaglia 1974 – 2011, palazzo Chiaramonte, Palermo pride
2010 -Attraverso le tenebre: Goya, Battaglia, Samorì – Raccolta Lercaro, Bologna
2012 – Letizia Battaglia / Francesca Woodman– Galleria Massimo Minini, Brescia
2014 – Letizia Battaglia: Breaking The Code of Silence, Open Gallery Eye, Liverpool
Assistente presso lo studio del Maestro Enrico Scippa a Milano. Laureato in arti e antropologia del sacro all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha studiato per un anno presso l’Università di Shen Yang, in Cina. Dal 1999 -2008 ha partecipato a diverse mostre e premi d’arte catalogati come la Collettiva “Venti x Venti” Officina Lineadarte, Napoli. “Collettiva arte contemporanea italiana” Galleria La Pergola Arte, Firenze. Collettiva “Il logos e la mano” Spazio Finazzi, Chiuduno, Bergamo. Collettiva “Fratelli” Galleria Il Chiostro Arte Contemporanea, Saronno. Collettiva Spazio Classimmobili via Biancamano, Milano. Fuori salone “Le case dell’arte”, a cura di Andrea Del Guercio. Collettiva, “Il viaggio” Studio Eredi Pappalardo, a cura di Andrea Del Guercio. Collettiva ”Il libro d’artista“ Museo di Gibellina. Personale, Galleria Luxun, Shen Yang, Cina. Collettiva, Galleria 798, Beijing, Cina. 14° Concorso nazionale di calcografia, Gorlago – 2° classificato. Concorso “Arte Sacra” Trezzano, Brescia – 2° classificato. Collettiva “Il giullare di Dio” Palazzo Carini, Palermo. Partecipazione al “7th Small Engraving International Salon Florean Museum” e al “Postcard” Maramures – Romania. “Diart” Collezione Arte Sacra Contemporanea Seminario Vescovile della diocesi di Trapani. “Diart” Collezione Arte Sacra Contemporanea Seminario Vescovile della diocesi di Trapani. Biennale di incisione 2004 a Venezia. “Diart” Collezione Arte Sacra Contemporanea Seminario Vescovile della diocesi di Trapani. Collettiva, Akademie der Bildenden Kunst, Norimberga, Germania. Collettiva, Teatro Politeama Galleria d’Arte Contemporanea, Palermo. X° mostra “Collettiva di pittori”, Ristretta, Messina. Collettiva Villa Oasi, Sala dei vetri, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina. Illustrazione di “Frecce di Luce”, pubblicazione di poesie del Vescovo Francesco Miccichè, Ed. Pozzo di Giacobbe, Trapani.
La sua passione per la fotografia è nata molto precocemente, guardando le diapositive e le immagini di suo padre fotografo.
A vent’anni per completare la sua formazione ha frequentato l’Istituto Italiano di Fotografia a Milano.
Terminata questa esperienza ha fatto da assistente a diversi fotografi, ma nel giro di breve tempo ha intrapreso una strada diversa, quella dell’editoria.
Spinto dalla curiosità e da una continua ricerca fotografica, attenta ai dettagli, alla luce e sensibile all’elemento umano, ha cominciato a viaggiare in modo quasi incessante.
Dal 1997 ad oggi collabora, come fotografo professionista, con diverse importanti testate giornalistiche, italiane e straniere; le tematiche che affronta nei suoi servizi sono: ritratti, viaggi, cibo, interni e verde.
T-yong Chung (Tae-gu, Corea del Sud, 1977) vive e lavora a Milano. Nel 2016 ha partecipato all’ACAW, Field Meeting Take 4, Solomon R.Guggenheim Museum & Asia Society, New York e al Gangjeong Contemporary Art Festival’, The ARC, Tae-gu (Corea del Sud). Il suo lavoro è stato esposto al Padiglione Esprit Nouveau di Bologna, allo Space BAR di Tae-gu (Corea del Sud), al Museo d’arte contemporanea di Lissone, al Nuovo Spazio Espositivo di Casso nell’ambito della rassegna Dolomiti Contemporanee, alla Fondazione Spinola Banna di Torino, alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento. Sue mostre personali si sono tenute alla galleria Otto Zoo, allo spazio MARS di Milano e alla Car Project Gallery di Bologna. Ha partecipato a numerose residenze e workshop in Italia, tra cui al Museo Carlo Zauli di Faenza, alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia e a Madeinfinlandia a Pergine Valdarno.
Photo: © Ugo dalla Porta
Martha Fiennes è una scrittrice, artista e soprattutto regista che vanta una carriera e riconoscimenti prestigiosi.
Ha diretto due lungometraggi di altissimo profilo: il sontuoso film in costume Onegin(1999) con Liv Tyler e Ralph Fiennes che è stato premiato al Film Festival di Tokyo ed è stato anche in lizza per i BAFTA (Best British Film) nel 1999. Chromophobia invece – che conta un cast internazionale da Penelope Cruz a Damian Lewis e Kristin Scott Thomas – è stato scritto e diretto da Martha Fiennes ed ha chiuso il Film Festival di Cannes del 2005.
Dal 2011, Martha Fiennes lavora su una serie di progetti avveniristici e sperimentali che sfruttano le possibilità aperte dalle nuove tecnologie. Con l’aiuto del produttore Peter Muggleston ha messo a punto lo Sloimage, un sistema che permette alle immagini di prendere letteralmente vita secondo un algoritmo determinato da un computer. Fiennes utilizza la tecnologia senza complessi, creando progetti video sofisticati che infrangono i confini tra la cinematografia canonica e l’arte.
La prima realizzazione in Sloimage è stata Nativity che ha debuttato al V&A di Londra, per poi essere pubblicamente visibile al Covent Garden (10 novembre 2011 – 2 gennaio 2012), alla National Gallery, da Sotheby’s, sia nella sede di Londra che di Parigi, ed approdare infine alla Biennale di Venezia nel 2017.
Foto © Anthony D’Angio
Cesare Fullone vive a Milano, dove ha conseguito il diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Pensa che l’arte sia un linguaggio inquieto, perennemente in tensione, una modalità poetica e etica di vedere e interpretare la realtà. “Stati di Pericolo”: catene e fili spinati, polveri di metalli e punzoni e chiodi, e ancora, pittura mimetica e radiografie e “Acidi”. Sceglie icone potenti, corpi esplorati come paesaggi, mondi e oggetti modificati. Opere che contemporaneamente attraggono e turbano: immagini ipnotiche dalle quali non si riesce a distogliere lo sguardo. Del 2009 Fullone l’installazione “Dal Creato al Ri-creato” in cui, appare una natura primordiale, rappresentata in bianco e nero, con un grafismo semplice e preciso, una natura intricata, incomprensibile e incontaminata, una natura che segue leggi misteriose.
Foto, video, manifesti, riviste, Cesare Fullone produce e attiva immaginari, l’evasione dall’assegnazione di un io, la frattura dalle pareti rocciose della riconoscibilità.
Tra le sue mostre personali: “Sulla rotta degli Spraysages”, Roma; “Stato di pericolo“, Genova; “Schieramenti“,Torino; “Insonnia“, Milano; “Paesaggi umani“, Zagabria; “Boxeur“, Milano; “Dal Creato al Ri-creato”, Milano; “Come farfalle ferite”, Milano; “…le rose nel giardino di rose che è soltanto nostro”, Milano.
Molte le sue partecipazioni a mostre collettiva, tra le quali: la sezione Aperto della Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma, Mart di Trento e Rovereto, Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, Pitti Immagine, Stazione Leopolda, Firenze, Museo di Arte Contemporanea di Zagabria.
Hanno scritto delle sue opere:
Francesca Alfano Miglietti, Renato Barilli, Matteo Bergamini, Franco Bolelli, Achille Bonito Oliva, Antonio Caronia, Manuela De Cecco, Edoardo Di Mauro, Giacinto Di Pietrantonio, Roberto Daolio, Lucrezia De Domizio Durini, Gillo Dorfles, Silvia Evangelisti, Carlo Falciani, Elisabetta Longari, Teresa Macrì, Filiberto Menna, Marco Meneguzzo, Sabrina Mezzaqui, Luis Francisco Perez, Roberto Pinto, Gabriele Perretta, Mimmo Rotella, Lea Vergine, Angela Vettese, e altri.
Nato ad Heidelberg in Germania nel 1975, Ruediger Glatz si è avvicinato alla fotografia come forma di espressione artistica nel 2000, dopo essere stato attivo in passato come graffiti writer. Partendo dalla forma più classica di documentazione, ha elaborato la sua personale idea di fotografia come ritratto concettuale, scattando quasi esclusivamente in bianco e nero, utilizzando esposizioni prolungate e multiple per enfatizzare la visione attraverso il flusso del tempo.
Dal 2009 lavora al progetto The New Black, concepito come un ritratto del mondo della moda. In questo contesto, dal 2012 ha documentato attraverso il suo obiettivo tutti i progetti
performativi ideati e sviluppati dal curatore e storico della moda Olivier Saillard con la performer Tilda Swinton: The Impossible Wardrobe, Eternity Dress (2013), Cloakroom (2014),
Sur-Exposition con Charlotte Rampling (2016) e Embodying Pasolini (2021- 2022).
Tra le mostre principali: le personali Sehr Gute Hunde, Forum Kunst Rottweil (2010), Wonderful World, Kunst/Halle Heidelberg (2011), Confrontation – Dark Thoughts and Moments
of Light, Golden Hands Gallery Hamburg (2015), Characters, Palazzo Gianfigliazzi Firenze (2017) e Addicted2Click, Barlach Halle K Hamburg (2021). Tra le collettive: The Walls Belong To Us, Powerhouse Arena New York (2007), Young Blood, Forum Kunst Rottweil (2008), Tomorrow Ain’t Promised, Heidelberger Kunstverein (2009), Insights3, Kunst/Halle Heidelberg (2012), Cafe De Flores, Galerie Anne & Just Jaeckin Paris (2016) e Les Images Perdues, Arles (2020).
Dal 2014 vive e lavora ad Amburgo.
Laureato in Architettura, Francesco Jodice, comincia a lavorare con la fotografia a partire dal 1995. La sua indagine è rivolta all’analisi dei nuovi rapporti fra il comportamento sociale e il paesaggio urbano in diversi ambiti geografici. Dà vita a progetti come “What We Want” (1997), un atlante sul comportamento urbano e sociale attraverso cinquanta metropoli nel mondo, “Secret Traces” (1998), ricerca fotografica basata su pedinamenti di persone qualsiasi colte nei loro percorsi quotidiani. E’ membro fondatore di Multiplicity, network internazionale di architetti e artisti che sviluppa ricerche interdisciplinari sui processi di trasformazione della condizione urbana e del comportamento sociale: nell’ambito di questa attività ha esposto, tra gli altri, il progetto “U.S.E.” (2001) alla Triennale di Milano, “Solid Sea” alla XI edizione di Documenta (2002) e “Tokyo Voids”, (2002) alla Rice Gallery di Tokyo. Gli editori Skira e Thames & Hudson hanno pubblicato nel 2004 la prima parte del progetto fotografico “What We Want”, già esposto al Museo Pecci di Prato nel 2001. Il suo film “São Paulo_Citytellers” ha partecipato alla Biennale di São Paulo nel 2006 e alla mostra Global Cities alla Tate Modern di Londra nel 2007. Nel 2008 partecipa alla rassegna “Per una Collezione di Fotografia” al Castello di Rivoli; è invitato al Festival Fair Play di Lugano; partecipa alla Bienniale di Brussels. Sempre nel 2008 è invitato da Art for The World e le Nazioni Unite a partecipare alla realizzazione del progetto cinematografico “Stories on Human Rights”, per celebrare il sessantesimo anniversario della Carta dei diritti umani, presentato al Théâtre national de Chaillot, Parigi. Nel 2009 espone la trilogia di film “Citytellers” (São Paulo, Aral, Dubai) presso il MAMbo di Bologna e nel 2010 presso il Museo MADRE di Napoli. Ha partecipato a Documenta Kassel, La Biennale di Venezia, Liverpool Biennial, Bienal de São Paulo, ICP Triennial of Photography and Video New York; esposto i suoi lavori presso Tate Modern Londra, Reina Sofia Madrid, Castello di Rivoli Torino, Maison Européenne de la Photographie Parigi, MUSAC Castilla y Leòn, MAMbo di Bologna, CCA di Tel Aviv, al Winzavod centre di Mosca e il Prado di Madrid; suoi film sono stati presentati fuori concorso ai Film Festival di Tokyo, New York, Rotterdam, Sidney.
Sandro Kopp (Heidelberg 1978, vive e lavora nelle Highlands scozzesi) ha esposto il suo lavoro in prestigiose gallerie internazionali come Lehmann Maupin, New York; Victoria Miro, Londra; Antoine Laurentin e Eric Dupont, Parigi. Ha partecipato a mostre collettive presso istituzioni internazionali come la National Portrait Gallery di Londra e lo Scottish National Portrait Gallery di Edimburgo.
David LaChapelle ( Fairfield, 1963) è noto a livello Internazionale per il suo eccezionale talento che combina un’estetica unica e iperrealistica con profondi messaggi sociali.
La carriera fotografica di LaChapelle inizia negli anni 80, quando ha esposto i suoi primi lavori nelle gallerie di New York City. Le sue oepre hanno catturato l’attenzione di Andy Warhol, che gli ha offerto il suo primo lavoro come fotografo per Interview Magazine. I ritratti delle celebrità apparsi su Interview gli hanno fatto guadagnare attenzioni positive e non molto tempo dopo ha scattato numerosi servizi editoriali di alto livello e ha creato alcune tra le campagne pubblicitarie più memorabili della sua generazione.
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Dagli anni ’80, dopo una breve esperienza concettuale, si è dedicato totalmente alla pittura, portando avanti un’originale e solitaria ricerca sul metafmorfismo della materia, la purezza del colore e l’energia della luce.
Così nasce “Eden” : dipinti di media e grande dimensione dove abrasioni, crepe, sedimentazioni e cascate di puro colore offrono allo spettatore panorami astratti, incontaminati come nel primo giorno dalla creazione.
Le opere di Lo Giudice sono esposte in mostre personali presso gallerie d’arte private e musei internazionali, tra cui:
2017
Ludwig museum in the Russian state Museum, St Petersburg
Contemporary art Museum MAXXI Rome
Ekaterina Foundation Moscow
2016
Castello di Miramare Trieste
2001
Fondazione Stelline Milano
2014
Saatchi & Saatchi Collection London
2012/ 2017
Opera gallery, New york, Miami, Seul, Monaco, Geneve, London, Dubai, Singapore, Aspen, Paris
2011
Italian Art 54^Biennale internazionale di Venezia
2009
Arte Europea 52^ Biennale internazionale di Venezia
Ottavio Mangiarini nasce a Brescia nel 1990, vive e lavora tra Brescia e Milano. Conseguito il diploma in Arti visive e Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano è attualmente laureando presso il biennio specialistico di Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica. Collabora ed espone con gallerie italiane e straniere proponendo la sua ricerca nel campo della pittura.
Mr.Brainwash, pseudonimo per Thierry Guetta, è un artista e writer francese. Nato a Garges-lès-Gonesse, Francia, a 15 anni si trasferisce a Los Angeles insieme alla famiglia.
Il suo interesse per i graffiti si acquisce dopo un viaggio in Francia nel 1999, quando scoprì che suo cugino era in realtà l’artista di strada Space Invader. Avendo sviluppato un certo talento per la regia, Mr. Brainwash inizia quindi a filmare le uscite notturne di Invader e altri artisti di strada, come Shepard Fairey, i cui poster OBEY sono apparsi in numerose città del mondo, e il misterioso Zevs.
INel 2009, Mr. Brainwash conosce Banksy e insieme collaborano al lancio di Barely Legal, a cui partecipano numerose celebrità e collezionisti d’arte. I due artisti intraprendono poi la realizzazione di un documentario sull’arte di strada: il risultato è Exit through the Gift Shop, che ha debuttato nel 2010 al Sundance Film Festival ed è stato nominato agli Oscar. Nel film compaiono anche alcune opere di Mr. Brainwash tra cui il ritratto di Jim Morrison e di Charlie Chaplin. A seguito del successo del film, Mr. Brainwash è stato protagonista di alcune importanti mostre e ha collaborato con importanti artisti musicali, quali Madonna e i Red Hot Chili Peppers.
E’ nato a Milano nel 1972. Di origine italo-argentina, ha vissuto e lavorato per anni tra Milano, New York e Buenos Aires. Si è laureato alla scuola di cinema della New York University e per i suoi cortometraggi ha vinto il Warner Brothers Award e il Martin Scorsese Post-Production Award. Ha studiato alla Byam Shaw School of Art di Londra e all’Art Students League di New York. Artista visivo, le sue opere sono state esposte in gallerie e musei di tutto il mondo. Il suo primo romanzo, Goditi il problema, è stato pubblicato da Rizzoli nel 2012.
I suoi lavori sono stati esposti al MART (Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto), MNAC (Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Bucarest), CACT (Centro per l’Arte Contemporanea del Ticino, Bellinzona), CCEBA (Centro Cultural de España de Buenos Aires), VIA FARINI (Milano), KSA:K (Centro per l’Arte Contemporanea, Chisnau), FAC (Fundacion de Arte Contemporanea, Montevideo), CCR (Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires), Palazzo delle Papesse (Siena), Centro Cultural Borges (Buenos Aires), X Bienal de la Habana, Spazio Oberdan (Milano), Santral Museum (Istanbul), Centre Pompidou (Paris).
Ultime mostre personali:
Galleria Michela Rizzo, Venezia. – OttoZoo, Milano – MACRO – Art in the Lobby, Roma,- O.Z., Hotel Locarno, Roma – Rooms – Tender to Young Art, Milano – Have a window, Torino – Capri Palace Hotel, Anacapri- Braga Menendez Arte Contemporaneo, Buenos Aires- Tramando, Buenos Aires – Faena Hotel, Buenos Aires – Museo MACRO, Rosario, Argentina – Loto Arte, Roma.
Nato a Milano nel 1984, compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Brera dove consegue, nel 2011, il Diploma di Laurea Specialistica al Biennio di Arti Visive.
Per Marco Paganini quello che conta è la composizione, l’equilibrio estetico tra le parti, la perfezione dell’immobilità, la rete di rimandi in cui cerca di coinvolgere lo spettatore. Il gioco è sottile: progetti di emozioni tra il vedere e il non vedere, visibile e invisibile, tra apparenza e realtà. Numeri, storie, segreti, distanze: una classificazione che risponde a una mappa fatta di mille geografie e di nessuna singola storia.
Tra le sue mostre: Geometrie dell’assenza, Sull’invisibile, Ultimo Quarto, Un Segreto, Salon Primo
Gérard Rancinan è un celebre fotografo e artista francese. I suoi lavori sono presenti in grandi collezioni di arte contemporanea e in prestigiosi musei. E’ noto oltre che per l’importanza della sua opera anche per le dimensioni monumentali che caratterizzano i suoi lavori fotografici.
Nella sua opera multiforme, in cui forma e contenuto sono sempre legate, Rancinan cerca di tradurre le domande legate alle anormalità e alle contraddizioni della società.
“Pensatore libero” è senz’altro l’unico titolo di cui si fregia e il motto della sua vita e del suo lavoro.
Rancinan è Officier des Arts et Lettres e nel tempo ha vinto numerosi premi, tra cui ben sei World Press awards.
Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre tra cui: the National Portrait Gallery a Londra; the Oceanographic Museum of Monaco; the Shanghai Himalayas Museum; the Louvre Lens, Francia; the Fondation Pinault de Dinard, Francia; the Oscar Niemayer Museum, Curitiba, Brasile; the Muséé des Arts et Métiers, Parigi; the Danubiana Meulensteen Art Museum, Bratislava; and the Palais de Tokyo a Parigi.
Nata Bergamo, si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, e si specializza in Comunicazione e Organizzazione dell’Arte Contemporanea, nella stessa Accademia.
Vive e lavora a Milano.
MOSTRE E PERFORMANCES:
– Art Live 4, Torino, (performance) – a cura di Francesca Alfano Miglietti (FAM) – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, 2004
– Sleeping-Anna Lisa Riva, (performance) – a cura di Francesca Alfano Miglietti (FAM) – Milano, galleria BnD, 2005
– Perdere la testa, a cura di Francesca Alfano Miglietti (FAM) – Milano, Galleria Lattuada , 2005
– Punto a giorno, punto a croce…- a cura di Francesca Alfano Miglietti (FAM) – Milano, Bel Art Gallery, 2006
– A…mano, a cura di Matteo Bergamini, Milano, ex chiesa di San Carpoforo, 2007
– Annisettanta, sezione Corpi nell’arte, arte nel corpo, a cura di Francesca Alfano Miglietti (FAM) , La Triennale di Milano , 2007
– Tutto in un giorno…Poetiche della precarietà, a cura di Francesca Alfano Miglietti (FAM) – Milano, Sala delle Colonne, 2008
– Passaggi di Stato, a cura di Matteo Bergamini, Pavia, Palazzo del Broletto, 2009
– Target with seven faces, a cura di Martina Cavallarin, Roma, Galleria Emmeotto, 2009
– Sull’ invisibile…-Avvistamenti, appuntamenti e dissolvimenti dell’arte contemporanea, A cura di Francesca Alfano Miglietti, Milano, Galleria Ciocca Contemporanea 2010
– The Wall FAC room, Milano – 27 maggio 2010 A cura di Matteo Bergamini
-Giorni e Segreti- mostra personale, Spazio Zanuso, Milano, febbraio 2011, a cura di Francesca Alfano Miglietti
Carmine Chicco Sabbatella nato nel 1982 a Polla (SA), vive e lavora tra Milano e Sala Consilina. Si è laureato con lode all’Accademia di Belle Arti di Brera in Arti Visive sotto la guida del Maestro Stefano Pizzi e specializzato nella stessa in Arte e Antropologia del Sacro Contemporaneo con il Critico Andrea B. Del Guercio ed il Teologo Mons. Pierangelo Sequeri dove dal 2003 al 2008 è tutor e dal 2009 al 2014 è Image Designer per l’ufficio mostre. Il percorso espressivo predisposto da Sabbatella in questi anni di intensa attività di ricerca e di indagine ha visto proliferare aree tematiche diverse e fattori di scelta plastica che vanno dalla pietra al ferro alla stampa digitale e alla fotografia. Sabbatella si presenta nel sistema dell’arte contemporanea con un progetto artistico-culturale, rigorosamente caratterizzato dalle tre componenti tecnico espressive, che va ad interagire tra i diversi valori della fruizione estetica. Sabbatella ha esposto in numerosi musei Italiani e all’estero, nel 2011 vince il 1° premio Ricoh Italia – concorso nazionale “Y PUB ART”, promosso dal comune di Vimodrone e patrocinato dalla provincia di Milano, per l’opera “Reperto per un fiore contemporaneo” installata all’entrata della città, nello stesso anno nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Mirabella Eclano (Avellino) viene collocata una sua agoincisione ”lettera alla madonna” nel progetto di riqualificazione cromatica a cura della IACC. Nel 2012 vince il premio Illy caffè e la campagna pubblicitaria Tendercapital Italia, nel 2013 vince il 1° premio del Simposio Internazionale “i giorni della pietra “ Padula (Sa). Selezionato dalla Tecno ad interpretare “Vara” di Luca Scacchetti, Fuori Salone 2014 Milano. Selezionato per il PDA “Parco dell’Arte” Idroscalo – Milano expo 2015 e partecipa a FREEgoriferi, Liberi di nutrirsi d’arte, progetto A.R.T. (Advanced Refrigeration Technology) a Venezia, 2015. Sabbatella ha presentato due personali sulla sua nuova tecnica dell’agoincisione a Milano nel 2009 “Pagine di ferro” presso Galleria Accademia Contemporanea a cura di Andrea B. Del Guercio e nel 2012 “Agoincisione” nello spazio CityArt di Milano a cura di Jacqueline Ceresoli. Nel 2014 espone “l’ultima cena” personale a cura di Andrea B. Del Guercio, spazio OffBrera. Hanno scritto di lui : Andrea B. Del Guercio ; Pierangelo Sequeri ; Jacqueline Ceresoli ; Rossana Bossaglia ; Vittoria Coen. Attualmente collabora con l’Accademia di Belle Arti di Brera Milano ed è segnalato come Young Blood per l’annuario dei giovani talenti italiani premiati nel mondo.
Mario Schifano, acclamato artista italiano, attira l’interesse della critica realizzando quadri monocromi che offrono l’idea di uno schermo che in seguito accoglierà numeri, lettere, segnali stradali, i marchi della Esso e della Coca Cola. Smalti, acrilici e grandi dimensioni sono alcune delle caratteristiche della sua opera, insieme all’uso di carta da imballaggio incollata su tela.
Nel 1962 compie il primo viaggio negli Stati Uniti, è incuriosito da artisti come Dine e Kline, frequenta Frank O’Hara, Jasper Johns, Rothko, Andy Warhol, Gregory Corso, la cui influenza è palpabile nell’opera di Schifano. Ancora oggi le opere realizzate negli anni sessanta restano di incredibile attualità. Tra le più importanti, vanno ricordate le serie dedicate ai marchi pubblicitari, alle biciclette, ai fiori e alla natura in genere. Muore a Roma il 26 gennaio 1998.
Bert Stern, (Bertram Stern), American photographer (born Oct. 3, 1929, Brooklyn, N.Y.—died June 26, 2013, New York, N.Y.), redefined commercial photography in the U.S. and shot iconic images of such celebrities as model Twiggy and actresses Elizabeth Taylor and Audrey Hepburn. His most famous photographs, however, were those taken of Marilyn Monroe for Vogue magazine just six weeks prior to her death in 1962; the images, known as “The Last Sitting,” were published in photo collections in 1982 and 2000. Stern began (1947) his photography career at Look magazine, but in 1949 he left his position as assistant art director to become the art director at Mayfair magazine. After serving for a short time in Japan during the Korean War as a movie cameraman and photographer, Stern returned to New York City as a freelance photographer. His photo taken for a 1955 Smirnoff vodka advertising campaign—of a martini glass shimmering in front of the Great Pyramid at Giza, Egypt—was his first major commercial achievement and pioneered the use of simple yet conceptual art in the advertising industry. He later worked for Pepsi-Cola and Volkswagen as well as Vogue, Esquire, and Glamourmagazines. Stern directed a documentary about the 1958 Newport Jazz Festival, Jazz on a Summer’s Day (1959); in 1999 the film was selected for the U.S. Library of Congress’s National Film Registry.
[text from Encyclopaedia Britannica]
Laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera con il massimo dei voti, collabora dal 2004 con il gruppo artistico The Bag Art Factory.
Nel 2007 entra a far parte del TDK Crew, lo storico gruppo di writer milanesi, una delle realtà notoriamente più forti e radicate nell’ambiente del graffiti writing italiano.
La formazione artistica e culturale di Federico Unia è fortemente legata alla sua città natale, Milano, che, dice, l’ha stregato, affascinato e rapito, come una bellissima e ambigua figura di donna. La grande metropoli, meravigliosa e dannata, contraddittoria e frastornata da messaggi pubblicitari eterogenei, ha dato forte impulso all’’emergere di quel personalissimo linguaggio espressivo a lungo trattenuto in una sorta di incubazione contemplativa. Le esperienze valicate dalla pop-art e le destabilizzanti riflessioni New Dada concorrono a plasmare la sua identità artistica. Federico trae ispirazione dalla reinterpretazione del concetto di poster attuata dagli affichistes del Nouveau Réalisme, Mimmo Rotella in primis, dai combine-paintings di Rauschenberg e dalle riproposizioni d’icone-tipo di Andy Warhol e Roy Lichenstein, per approdare, attraverso il filtro della street art e la rimeditazione dei linguaggi, a un proprio originalissimo modus-operandi. Nasce così un’’opera ibrida, Urban-Pop, che testimonia l’’abilità nel mescolare stili e modalità diverse, ad espressione di una notevole sensibilità creativa.
Antonio Marras nasce ad Alghero, Sardegna, isola che segna profondamente la sua cifra stilistica, e dove continua a vivere.
Antonio Marras disegna, raccoglie sguardi e frammenti per quelle che saranno poi le sue opere, un modo di tracciare mappe e segnare territori, di organizzare voci e silenzi. Un viaggio nelle metamorfosi: ed è proprio l’idea del viaggio ad assumere un ruolo importantissimo nella definizione dei confini e delle forme del contemporaneo. Come fluire continuo, come movimento che supera le barriere, come fuga dalle strategie di controllo, come spazio interstiziale.
È del 1999 la prima collezione di pret-a-porter con il suo nome. Numerose le incursioni nell’arte, nella letteratura, nella poesia: il progetto “Trama doppia”, le mostre, “Llencols de aigua” con Maria Lai, “Uno più uno meno” con Claudia Losi, “Il Racconto della forma”, “Minyonies”, “Noi facciamo. Loro guardano” con Carol Rama, “ Les funerailles de la baleine” , “Corps exquis”. Nel 2006 la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino ospita la mostra fotografica Antonio Marras, dieci anni dopo.
Nel 2009 in occasione del Salone del Mobile cura una mostra dal titolo La Bea per Il Sole 24 Ore e nello stesso hanno realizza i costumi per lo spettacolo di Luca Ronconi Sogno di una notte di mezza estate.
Partecipa nel 2011 alla Biennale di Venezia con un’installazione nel Padiglione Italia dal titolo Archivio Provvisorio. Nel 2012 cura l’allestimento al Mart di Rovereto della mostra di Lea Vergine Un altro tempo.
Nel dicembre dello stesso anno è, insieme a Lucia Pescador, protagonista della mostra Vedetti, credetti, a cura di Francesca Alfano Miglietti.
A giugno 2013 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Arti visive dall’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
E’ del 2014 la mostra The Game, Antonio Marras/Andreas Schulze alla Galleria Case d’Arte di Milano
“Il lavoro, la pittura, per me, è sempre stata una cosa che mi permetteva poi di sentirmi meno infelice, meno povera, meno bruttina, e anche meno ignorante… Dipingo per guarirmi“
Nata a Torino nel 1918, Carol Rama inizia a dipingere ancora adolescente senza alcuna formazione accademica, ma sostenuta nella sua passione da alcuni incontri fondamentali, primo fra tutti Felice Casorati. Molti i rapporti con amici intellettuali da cui assorbe informazioni, conoscenze, stimoli: dal poeta Edoardo Sanguineti al musicologo torinese Massimo Mila, dal pittore Albino Galvano all’architetto Carlo Mollino, da Paolo Fossati a Carlo Monzino, da Luciano Berio a Eugenio Montale, per citarne alcuni. Il gallerista Luciano Anselmino le apre poi la strada, a inizio anni Settanta, ad alcune relazioni internazionali quali Man Ray e Andy Warhol.
Dalla sua adolescenza fa della pittura una pratica ininterrotta, un filtro attraverso cui elaborare immagini e oggetti del suo mondo quotidiano e, contemporaneamente, un mezzo con cui distillare sofferenza e convertirla in arte.
Negli acquerelli degli anni ’30 e ’40 la rudezza e la scabrosità dei soggetti è decantata nell’eleganza strutturale del quadro. Eseguiti a cavallo dei suoi vent’anni, con noncuranza verso benpensanti e mode artistiche (la sua prima mostra fu chiusa prima ancora di aprire i battenti), questi lavori hanno grande maturità tecnica e d’ideazione.
Negli anni che precedono lo scoppio della guerra l’artista si accosta anche alla pittura a olio, con dense paste di colore e soggetti spesso non tradizionali. La sperimentazione continua: agli stessi anni Quaranta risale l’interesse per l’incisione che si concretizzerà nella splendida serie delle Parche. Interesse che rispunta con freschezza inaudita verso la fine degli anni Novanta.
Dopo un’esperienza astrattista negli anni Cinquanta all’interno del gruppo torinese del Movimento d’Arte Concreta – Mac (è con lavori astratto-concreti che partecipa alla Biennale di Venezia nel 1948 e nel 1950), Carol Rama attua negli anni Sessanta una svolta decisiva: l’oggetto è inserito, nella sua fisicità, all’interno della rappresentazione pittorica, diventa colore e forma del quadro pur rimanendo “cosa”. La pittrice inaugura la splendida serie dei “bricolage”, così cari all’amico Edoardo Sanguineti, che su di essi ha scritto pagine memorabili.
Nella successiva fase pittorica, sostenuta e aiutata da colui che sarà il gallerista della pittrice per una trentina d’anni, Giancarlo Salzano, un nuovo materiale entra a far parte della composizione pittorica: negli anni Settanta camere d’aria e guarnizioni in gomma sono utilizzate a mo’ di pittura, applicate su tele monocrome, pur conservando tutta l’incisività dell’essere materia (gomma come pelle e carne, gomma come ricordo dell’attività aziendale del padre). In alcuni quadri, poi, l’evidenza del materiale è maggiore: le camere d’aria non sono appiattite sulla tela ma sono fatte pendere, con naturalezza, da un gancio in metallo.
Nel 1979 espone per la prima volta alla galleria Martano di Torino gli acquerelli realizzati una quarantina d’anni prima, che verranno ripresi nel 1980 nella mostra itinerante curata da Lea Vergine sulle grandi artiste del Novecento intitolata “L’altra metà dell’avanguardia”. Sempre a cura di Lea Vergine, le viene allestita nel 1985 la prima ampia mostra antologica al Sagrato del Duomo di Milano.
A partire dagli anni Ottanta l’artista usa spesso fogli già stampati su cui dipingere, tornando alla figurazione. Si tratta di disegni tecnici di architetti e ingegneri, pubblicati in album o fogli sparsi, usati come supporto, spesso capovolti rispetto al verso dell’opera finita, col risultato di un prezioso contrasto tra la linearità e la precisione del foglio a stampa e il segno sicuro ma mosso, alla Schiele, delle figure di Carol Rama.
Mostre pubbliche, come la sala personale alla 45. Biennale di Venezia nel 1993 a cura di Achille Bonito Oliva e allestita dall’amico Corrado Levi e l’antologica allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1998, poi all’ICA di Boston) a cura di Maria Cristina Mundici, la portano all’attenzione del pubblico internazionale.
Il grande riconoscimento pubblico sul suolo italiano le arriva nel 2003, quando le viene conferito il Leone d’oro alla carriera in occasione della 50. Biennale di Venezia. Nel 2004 anche la sua città natale le dedica un’ampia antologica presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino (poi al Mart di Rovereto e al Baltic Museum di Gateshead) a cura di Guido Curto. Seguono altre importanti mostre, tra le quali nel 2008 la mostra antologica di Carol Rama al Palazzo Ducale di Genova a cura di Marco Vallora. Dal 2009 l’artista, rappresentata dalla gallerista Isabella Bortolozzi di Berlino, conquista ulteriore fama internazionale.
Su segnalazione dell’Accademia Nazionale di San Luca Carol Rama, rappresentata da Corrado Levi, riceve il prestigioso Premio Presidente della Repubblica dal Presidente Giorgio Napolitano nel gennaio 2010.
Nel 2014 inaugura al MACBA di Barcellona un’imponente mostra monografica, a cura di Teresa Grandas, Beatriz Preciado e Anne Dressen, poi allestita al Musée d’art moderne de la ville de Paris (MAM) e, successivamente, a Helsinki, Dublino e, da ottobre 2016, alla GAM di Torino. Grande e pieno diventa il consenso internazionale.
Il suo ultimo lavoro conosciuto è del 2007 e chiude una lunga e intensa carriera durata oltre settant’anni. La sua lunga vita si chiude invece il 24 settembre 2015.
Zubair Ansari, conosciuto nel mondo dell’arte come Zoobs, è un artista contemporaneo noto per i suoi ritratti di celebrità che esplorano la complessa relazione tra genitore e figlio, tra vita e morte.
Nato a Chelsea, Londra nel 1972, perde giovanissimo il padre. La convinzione che un giorno si riunirà a lui lo influenzerà nella sua opera. Nella sua giovinezza, si interessa alla moda e alla fotografia, studia Fine Art at Slade School of Art e in seguito consegue il first class BA Honours degree in Graphic Design and Photography con un encomio in Art Direction alla Kingston University di London. Alla fine degli anni ’90, vince una borsa di studio avendo come mentore Serge Lutens presso Shiseido Cosmetics International a Tokyo e a Paris.
Nelle sue opere combina diverse tecniche quali performance art, scultura, pittura, fotografia e graphic design.
I primi lavori, Dream Lover (2003), The Gambler (2003) e Fame (2004), catturano l’attenzione di Guy Hepner, che lo inserisce nella mostra Here/Now del 2004, dove compare tra i nomi più rivelanti della fotografia e dell’arte tra cui David LaChapelle, Takashi Murakami, Rankin e Mario Testino.
Noto per la sua indagine sulla relazione tra genitore e figlio, tra vita, morte e il suo impatto sulla crescita personale, unisce nela suo lavoro fotografia altamente stilizzata, graphic design e pittura a componimenti in prosa e in poesia autobiografici. Le sue opere più celebri su questo tema sono Hollywood Scroll (2009), Gaganess (2010), Golden Pussy Cat (2010), Pink Aleph (2011), and Emerald Aleph (2011),
nel 2012 ha creato una serie di ritratti di celebrità su tela, esposti nella sua personale del 2012 presso Remix at Mew 42 Gallery, London. Tra i soggetti dipinti, Madonna in Madonna and Express Yourself (2012), Amy Winehouse in Back From Black (2011), Elton John in Elton Magic (2011), Prince William in King of Pop (2011), e Kate Middleton in God Save The Future Queen (2011), quest’ultimo acquistato da Dolce and Gabbana e al momento esposto nel loro flagship store in Bond Street a Londra. Nei ritratti ritroviamo le sue tecniche usuali, con immagini che vengono rivelate o mascherate da schizzi di colore e il poema autobiografico ‘I Look For You’.
Vive e lavora tra Londra, New York e Los Angeles.
Il suo lavoro è stato esposto in molte istituzioni importanti, tra cui:
1997 Shiseido Ltd ‘From Designers’ exhibition / Ginza Space, Tokyo
1998 Shiseido Ltd ‘From Designers’ exhibition / Ginza Space, Tokyo
2001 An Ideal of Perfection / Red Fort, Lahore
2004 Here and Now / Guy Hepner Gallery London
2005 Photo London / Royal Academy of Art
2007 Ego Is The Enemy / The Salon Gallery, London
2010 Zoobs vs Lodola / Opera Gallery, London
2011 One Is The Magic / Opera Gallery, London Blakes Hotel, London
2012 The Optimist – An art exhibition for world aids day, East Gallery, London 2012 Jungle City / Manhattan, Guggenheim, NYC
2012 Remix by Zoobs / Mews42 Gallery, London
2012 Hallowed Be Thy Name / Mews 42 Gallery, London
2012 Arts For India / Group show / Saatchi Gallery, London
2013 Consolidate The Experience / Ivy Brown Gallery, New York City